Le basi della cucina vegana

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Molte persone hanno abbracciato uno stile di vita salutare, nel pieno rispetto delle creature che abitano l’universo, e di conseguenza hanno modificato anche il loro regime alimentare diventando vegani. In questo articolo, oltre a parlare …

Molte persone hanno abbracciato uno stile di vita salutare, nel pieno rispetto delle creature che abitano l’universo, e di conseguenza hanno modificato anche il loro regime alimentare diventando vegani. In questo articolo, oltre a parlare delle basi della cucina vegana, approfondiremo molti aspetti, anche di carattere salutistico perché escludere dalla propria alimentazione carne, pesce, latticini, uova, miele e pappa reale, comporta una serie di carenze.

I vegani e la vitamina B12

La dieta vegana è molto più ristretta rispetto a quella vegetariana e non è bilanciata, i vegani infatti riscontrano una serie di problemi per quanto riguarda la vitamina B12, la vitamina D, il calcio e lo zinco, rendendo necessario il ricorso ad integratori alimentari. La vitamina B12 è quella che non mette d’accordo gli studiosi perché ha natura probiotica, ovvero viene prodotta dai batteri. La cucina vegana però a differenza di molte altre è più salutare, perché c’è molta più attenzione alla provenienza dei cibi (agricoltura biologica) e si punta su alimenti non raffinati, non idrogenati e non pastorizzati. Ogni scelta è naturale, per esempio all’aceto di vino bianco si preferisce quello di mele, e per condire al posto del sale marino si usa l’agro di umeboshi, ma questi aspetti li analizzeremo in seguito.

Cucina vegana: tipi di cottura e strumenti

Per cuocere le verdure i vegani impiegano diversi metodi che mantengono intatte le qualità nutritive degli alimenti:

  • Nischimè → senza olio e con una minima parte di acqua, sistemando le verdure a strati e cuocendo a fiamma molto bassa;
  • Nituké → con olio di sesamo scuro da scaldare a fiamma media per saltare le verdure qualche minuto;
  • Tempura → si usa una pastella di acqua e farina e poi si immergono gli alimenti in olio bollente, questo metodo è perfetto per seitan, tofu e alghe.

Per quanto riguarda gli utensili invece, la cucina vegana prevede l’utilizzo di pentole in ghisa, terracotta e inox. Una di quelle più conosciute è il wok che ha un fondo spesso ed è utile per saltare, friggere e stufare. Un altro utensile indispensabile è il suribachi, una specie di mortaio in terracotta per le salse, le creme di verdure e il miso.

Cosa mangia un vegano

Nell’alimentazione di un vegano non può mancare una porzione di 10 grammi di frutta secca a scelta tra noci e mandorle. Queste ultime sono alcalinizzanti, ricche di potassio, sali minerali e amminoacidi. Pistacchi e arachidi invece sono meno nobili, dunque devono essere evitati. È fondamentale variare gli alimenti che siano cereali o verdure, per fortuna in commercio si trovano molti prodotti oltre a riso, orzo e grano. Sugli scaffali infatti hanno fatto la loro comparsa anche farro, kamut, tapioca, miglio, segale, amaranto, quinoa e cous cous. Lo stesso principio si applica alle verdure che vengono arricchite con le proteine dei legumi, vicine a quelle animali e con i minerali di cui sono ricchi i germogli (tipo quelli di soia). Per le bevande invece si può optare per il tè kukicha, privo di teina, o il tè verde ricco di antiossidanti.

Gli elementi proteici si trovano in cibi come la soia, che è priva di colesterolo e ricca di grassi buoni, e si suddivide in vari tipi. Quella che conoscono un po’ tutti e la varietà rossa (azuki) che stimola la diuresi e migliora la funzionalità dei reni, il natto invece si ottiene dalla fermentazione del bacillus subtilis ed è un’ottima fonte di vitamina B12, il tempeh invece è ricavato dai fagioli di soia gialla, anche essi fatti fermentare con un batterio a bassa temperatura. Anche il tofu è a base di soia gialla a cui viene aggiunta acqua e nigari. Il suo sapore non è sgradevole e piace molto anche ai bambini, essendo ricco di calcio e fosforo e privo di colesterolo è indicato per gli anziani e per chi ha problemi di digestione. Proseguendo nel nostro viaggio culinario vegano, scopriamo che anche le alghe sono alla base del regime alimentare. Tempo fa vi abbiamo già parlato dell’alga agar agar e dell’alga nori. Purtroppo le alghe non contengono la vitamina B12 così come si credeva in passato, però riescono a compensare la carenza di sali minerali. Chi soffre di ipertiroidismo dovrebbe evitare di aggiungerle alla sua dieta. Tra le altre alghe alimentari vi sono l’alga arame ricca di ferro, che arricchisce insalate e zuppe, la carragheen che ha le stesse proprietà dell’agar agar ma è un po’ più soffice (è simile al muschio), la kelp che viene venduta in polvere, la kombu ottima nelle zuppe e la wakame un concentrato di vitamina C.

I vegani vengono indicati come tipi un po’ strani, eppure dovete sapere che tra gli alimenti di cui vanno pazzi ci sono anche le carrube. Dal frutto del carrubo si ricava una polvere finissima che ha il sapore simile a quello del cacao, e vi invitiamo ad assaggiare la crema di carrube se siete nutella-dipendenti, in breve tempo “guarirete”. Nel carrello della spesa di un vegano troverete anche l’arrow-root che serve per preparare gelatine, budini e salse. Non ha particolari proprietà ma vi salverà in cucina se avete ospiti vegan a cena. La tahin è un altro prodotto utile per condire i cibi, si tratta di una crema di sesamo molto gustosa che ha un discreto contenuto di proteine, spesso si trova accanto al kuzu, un amido ricavato dalla radice della maranta, una pianta selvatica rampicante originaria dell’isola di Hokkaido. Infine chiudiamo con lo zenzero (ginger) una radice aromatica piccante usata in cucina per ricette salate e dolci, e anche a scopo medicinale sotto forma di impacchi. Essendo utile per la digestione, lo zenzero viene affettato e servito con acqua liscia (o tonica), se aggiunto al tè kukicha rinforza le pareti intestinali. Con l’arrivo del primo freddo vi consigliamo di aggiungere qualche pezzetto di zenzero ad un bicchiere di acqua calda, il suo effetto è più rapido di molti preparati farmaceutici, in più è naturale. In conclusione possiamo dire che le basi della cucina vegana non sono “marziane” e che tutti possono cimentarsi, e le ricette vegane sono davvero tantissime e tutte da provare!

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