Fico d’India: origine, proprietà, usi e controindicazioni

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Il fico d’India è un frutto particolare e affascinante. Sembra arrivare da molto lontano, ma in realtà questa pianta emerge inaspettatamente anche nella nostra terra. La pianta è un monumento naturale capace di resistere al …

Il fico d’India è un frutto particolare e affascinante. Sembra arrivare da molto lontano, ma in realtà questa pianta emerge inaspettatamente anche nella nostra terra.

La pianta è un monumento naturale capace di resistere al freddo e al gelo anche se è nota per la sua resistenza ai climi aridi e desertici.

Dovete sapere che il fico d’India ha avuto un significato simbolico presso gli Aztechi, che lo consideravano un alimento sacro e lo utilizzavano anche per scopi medicinali. Poi è stato scoperto per le sue proprietà alimentari, cosmetiche e fitoterapiche.

Fico d’India: origine e caratteristiche

fichi d India

La Opuntia ficus-indica è un cactus originario del Messico ed è stato scoperto da Cristoforo Colombo nel suo viaggio alla scoperta dell’India (tutti sappiamo che in realtà approdò in America!).

La pianta del fico d’India ha una struttura molto caratteristica. I suoi fusti (chiamate comunemente “pale”) sono verdi e carnosi, spesso ricoperti da spine lunghe e sottili, che possono variare in numero e dimensioni a seconda della varietà. Le spine servono sia come meccanismo di difesa contro i predatori che come adattamento per ridurre la perdita di acqua attraverso la traspirazione.

Dopo l’innesto, le pale del fico d’India subiscono un processo di lignificazione e diventano dei tronchi. Occorrono almeno 4 anni prima che questo avvenga. Le foglie svolgono la funzione clorofilliana che consente la vita della pianta, e alla base si sviluppano spine e fiori che diventano i frutti.

Durante la stagione primaverile ed estiva, la pianta del fico d’India produce fiori vistosi e colorati che danno origine ai frutti. I fichi d’India sono molto carnosi e di diverso colore: giallo-arancio, rosso e verdino. Il sapore di questo frutto è piacevolissimo. Però per rimuovere l’involucro di cui sono ricoperti bisogna indossare dei guanti, le spine sono molto insidiose!

La pala del fico d’India è un concentrato di oligoelementi, sostanze nutritive e vitamine. Nel succo invece vi sono alcuni degli amminoacidi essenziali. I frutti invece hanno molti zuccheri semplici tra cui fruttosio e glucosio e sostanze antiossidanti.

Fico d’India in vaso

Coltivare il fico d’India in vaso è un’opzione gratificante per chiunque desideri godere dei deliziosi frutti di questa pianta senza dover disporre di molto spazio all’aperto.

La scelta del vaso giusto è fondamentale per il successo della coltivazione: è consigliabile optare per un vaso abbastanza grande da consentire lo sviluppo delle radici e dotato di un buon sistema di drenaggio per evitare il ristagno d’acqua, deleterio per la pianta.

Il terreno è un altro aspetto importante da considerare. La pianta del fico d’India prospera in un terreno ben drenato e ricco di sostanza organica. Un mix di terriccio universale arricchito con sabbia grossolana o perlite è ideale per garantire un adeguato drenaggio e fornire alla pianta i nutrienti di cui ha bisogno per crescere sana.

Anche dove tenere il fico d’India è fondamentale per una crescita ottimale. Per questo è preferibile scegliere una posizione che riceva molta luce solare diretta, preferibilmente almeno 6-8 ore al giorno. Se si vive in un’area con inverni freddi, bisogna proteggere la pianta dal gelo portandola in un luogo protetto o avvolgendo il vaso con materiali isolanti come paglia o tessuto non tessuto.

Per quanto riguarda l’innaffiatura, è necessario annaffiare regolarmente il fico d’India, specialmente durante i periodi caldi e secchi, mantenendo il terreno costantemente umido ma non troppo bagnato. Sì anche alla concimazione con un fertilizzante bilanciato specifico per piante da frutto o cactus.

Occorre anche potare la pianta in modo da mantenere la forma e favorire una crescita compatta. Quindi, bisogna rimuovere i rami morti o danneggiati e potare leggermente la pianta per mantenere le dimensioni e stimolare la produzione di frutti.

Fico d’India maschio e femmina

Esistono due forme botaniche distinte: il fico maschile, noto anche come caprifico, e il fico femminile, che è quello che produce i frutti commestibili.

Il fico maschile, o caprifico, produce fiori con polline, ma i suoi frutti non sono commestibili. Tuttavia, è essenziale per il processo di impollinazione dei fichi femminili. I frutti del fico maschile contengono semi, ma non sono adatti al consumo umano.

Il fico femminile, invece, è quello che produce i frutti commestibili che siamo abituati a vedere nei mercati e nei negozi. Questi fichi contengono semi che possono essere spesso consumati insieme alla polpa dolce e succosa.

Menzione a parte meritano i fichi d’India velenosi. Alcune specie (per lo più selvatiche), come la Opuntia robusta e la Opuntia tomentosa, possono contenere lattice capace di irritare la pelle e le mucose o addirittura essere citotossico provocando sintomi come nausea, vomito e diarrea se ingerito.

Fico d’India, le proprietà

fico d India proprieta

Quali sono gli effetti benefici del fico d’India? Con i suoi frutti è noto per le sue numerose proprietà benefiche per la salute. Ricco di vitamine, minerali e antiossidanti, questo frutto è un’ottima fonte di sostanze nutrienti essenziali.

Inoltre ha proprietà antiossidanti (e su questo non ci piove!), però un recente studio del Dipartimento di Medicina di New Orleans ha portato alla luce importanti effetti nella diminuzione dei sintomi post-sbornia.

I frutti possono essere consumati freschi o destinati al trattamento per la produzione di altri prodotti alimentari come confetture, succhi e dolcificanti. In Sicilia si prepara uno sciroppo utilizzato per i dolci.

Fico d’India e controindicazioni. Ricordate di non esagerare con il consumo perché il fico d’India causa blocchi intestinali a causa dei suoi numerosi semini. Quanti fichi d’India si possono mangiare in un giorno? Una o due porzioni al giorno sono generalmente considerate sicure per la maggior parte delle persone.

Usi del fico d’India

Gli Aztechi allevavano la cocciniglia con le foglie di fico d’India e, dal corpo essiccato dell’insetto, ottenevano la colorazione rossa alla base di prodotti cosmetici. Il succo invece era un ottimo lubrificante che agevolava gli spostamenti dei grandi massi. Però l’utilizzo più interessante è quello sulla pelle: abbinato a miele e rosso d’uovo è utile contro le scottature. Inoltre allevia infiammazioni di vario tipo, lussazioni e persino la tonsillite.

Per quanto riguarda la cucina, il fico d’India può essere consumato sia come frutto (rimuovendo la scorza esterna ricoperta da spine e tagliando il frutto a metà in modo da estrarre la polpa interna) che come ingrediente di varie preparazioni.

In cucina, la polpa può essere consumata fresca, aggiunta a insalate, frullata per preparare succhi e frullati, o trasformata in marmellate, gelatine, sorbetti, gelati e dolci.

Non mancano poi le ricette con fichi d’India un po’ più particolare, come gli spaghetti alle alici e fichi d’India. Il piatto sarà una vera e propria scoperta.

Quando non mangiare i fichi d’India?

fico d India controindicazioni

Sarebbe meglio evitare di mangiare fichi d’India se si è allergici alla famiglia delle Cactaceae, alla quale appartiene la Opuntia ficus-indica.

Come già accennato, sarebbe meglio evitarli se si soffre di problemi gastrointestinali come diverticolosi o sindrome dell’intestino irritabile, o se si hanno ulcere o reflusso gastroesofageo.

Semaforo rosso anche per coloro che soffrono di stipsi in quanto i semini contenuti potrebbero aggravare il blocco a livello intestinale.

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