Piatti pronti, alternativa veloce: quanto c’è da fidarsi?

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Introduzione Molti ricorrono ai piatti pronti che sia per la cena della Vigilia di Natale e Capodanno o per il pranzo delle feste. Non sempre però c’è da fidarsi quando si acquistano questi tipi di …

Introduzione

Molti ricorrono ai piatti pronti che sia per la cena della Vigilia di Natale e Capodanno o per il pranzo delle feste. Non sempre però c’è da fidarsi quando si acquistano questi tipi di prodotti. Sicuramente l’alternativa stuzzica la gola di chi non ha molto tempo per mettersi ai fornelli oppure deve preparare così tanti piatti per soddisfare i gusti di tutti i commensali, che li acquista già pronti e deve solo scaldarli. Il banco delle delizie del supermercato e la piccola gastronomia offrono diverse possibilità ma quanto c’è da fidarsi? Le norme igieniche vengono rispettate. Altroconsumo che da sempre si occupa della tutela dei consumatori ha condotto un’inchiesta dalla quale sono emerse molte contraddizioni circa i piatti pronti con tutti i consigli per non correre rischi.

insalata-russa

Un tempo i piatti pronti per le occasioni importanti venivano acquistati in rosticceria, ma da qualche anno, accanto alle teglie di lasagna e pasta pronta, sono comparsi anche altri piatti come contorni di patate e fagiolini, spinaci, le insalate, e altre preparazioni. In questo periodo dell’anno tutti ricorrono alla gastronomia dove spiccano in bella mostra tartine e altri antipasti già pronti, la classica insalata russa, e anche dolci come il tiramisù. Le nostre nonne impallidiscono, ma le più esperte sanno sempre come mascherare i piatti pronti. Sarah Jessica Parker nel film “Ma come fa a far tutto?” prendeva delle crostate già pronte e le schiacciava con il mattarello per farle sembrare fatte in casa, ma ci sono tanti altri trucchetti, come presentare il piatto pronto in modo diverso e scenografico. Quando il cibo si fa bello nessuno si chiede da dove sia arrivato!

Piatti pronti: i consigli per non correre rischi

Tornando all’inchiesta di Altroconsumo ci sono quattro consigli per non correre dei rischi. I piatti pronti possono essere alterati ma riconoscerli è molto difficile visto che la consistenza e il sapore sono gli stessi dei cibi integri.

  1. Leggere l’etichetta con gli ingredienti

Accanto ai piatti pronti un tempo c’era anche la lista degli ingredienti, oggi invece pare che il cartellino unico impiegato in pasticceria, panetteria o gelateria è diventato fuori legge. Per il legislatore questa abitudine era considerata obsoleta nonché inutile. Con il D.Lgs. 109/92 art. 16 è stato stabilito che l’elenco degli ingredienti deve fare riferimento ad un unico piatto indicando anche la presenza di allergeni come uova, frutta secca o latte. Sicuramente un passo avanti dettato dalla necessità di essere informati, ma non tutte le gastronomie si sono adeguate, quelle in cui siamo stati preferiscono la “recita” a voce degli ingredienti. Purtroppo la normativa sulla scadenza non è ancora molto chiara e le modalità di conservazione non sono ben specificate.

  1. Verificare la temperatura di cottura

La conservazione dei piatti pronti è fondamentale come le materie prime utilizzate per la preparazione. Utilizzare ottimi ingredienti e pessime condizioni di stoccaggio altera il prodotto. Il banco gastronomia ha una temperatura costante di 4°C per cibi come verdure lessate o insalata di riso, quella delle vetrine refrigerate invece non supera i 10°C. Diverso è il discorso per i prodotti di pasticceria fresca, dove la lista degli ingredienti è molto lunga e ce ne sono alcuni che potrebbero sviluppare batteri che portano all’intossicazione alimentare. Per evitare la proliferazione gli alimenti crudi sono separati da quelli cotti. Ultima osservazione: i cibi pronti sott’olio non devono presentare parti asciutte ma essere completamente immersi nel liquido.

  1. Scaldare seguendo le istruzioni

Questo è il punto più importante perché ci riguarda personalmente, quando acquistiamo i piatti pronti dobbiamo verificare che sull’imballaggio ci siano le indicazioni sulla modalità di cottura. L’agenzia nazionale francese per la sicurezza alimentare ha stilato un documento con le regole per riscaldare i cibi. Innanzitutto i contenitori non possono essere riutilizzati e devono essere compatibili con la cottura a microonde o in forno, se non ci sono delle istruzioni ben precise meglio preferire i tempi di riscaldamento lunghi e a bassa potenza. Per quanto riguarda gli alimenti molto acidi e con presenza di pomodoro, usare i contenitori in carta e non le vaschette di alluminio perché l’acidità aumenta la migrazione dei metalli nel cibo.

  1. Evitare le contaminazioni di cibi

Durante le feste i piatti pronti che si acquistano in gran quantità sono quelli che non richiedono un passaggio in forno o nel microonde, il consiglio è di non toccarli con le mani sporche di altri cibi per evitare la contaminazione batterica. Tra un’operazione e l’altra quindi si devono lavare accuratamente e per spostare i cibi da un contenitore all’altro partite sempre da quelli cotti e non usate le stesse posate. I batteri più frequenti sono la salmonella, il bacillus cereus e la listeria monocytogenes. Il primo si trova nella carne di pollo cruda e sul guscio delle uova, il secondo nei vegetali crudi e in busta e il terzo nel pesce crudo.

Meglio il supermercato o la piccola gastronomia?

lasagne-alla-bolognese

È stata condotta anche una ricerca comparativa sugli imballaggi che si possono usare direttamente nel forno e per la cottura a vapore. Il test è stato effettuato in tre diverse situazioni: conservazione a temperatura ambiente, riscaldamento a microonde (istruzioni etichetta) e riscaldamento in forno. Purtroppo i risultati non devono farci esultare visto che è stata riscontrata una quantità eccessiva di un polimero proprio durante le fasi di riscaldamento. Tuttavia abbiamo una buona notizia perché il banco gastronomia del supermercato risulta essere più sicuro delle piccole botteghe in centro in quanto i controlli sono eseguiti con maggiore frequenza, per tutelare il conservatore e non macchiare il buon nome e la reputazione del marchio. Sull’etichetta del take away del supermercato ci sono anche più indicazioni con tanto di lista degli ingredienti chiara e leggibile.

Gli standard igienici imposti ai lavoratori del settore gastronomia che si occupano dei piatti pronti sono rigidissimi, quindi possiamo essere sicuri che quello che mangiamo è sicuro. Per quanto riguarda gli scarti o i prodotti scaduti, vengono stoccati in contenitori separati riposti in locali diversi da quelli adibiti alla vendita. Eppure basta leggere le news di cronaca per scoprire quanto sia facile aggirare i controlli. Forse sarebbe meglio cucinare piatti più semplici e poco elaborati ma fatti in casa. E voi cosa ne pensate? Diventeremo tutti Masterchef?

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