La dieta dissociata: principi, vantaggi, menu e opinioni

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Spesso si parla di dieta dissociata nell’ambito del dimagrimento, ma sarebbe sbagliato ridurla al mangiare il primo a pranzo e il secondo a cena. Cosa implica questa dieta e quali sono i suoi eventuali vantaggi? …

Spesso si parla di dieta dissociata nell’ambito del dimagrimento, ma sarebbe sbagliato ridurla al mangiare il primo a pranzo e il secondo a cena. Cosa implica questa dieta e quali sono i suoi eventuali vantaggi?

Tra le diete dimagranti maggiormente applicate c’è la “dieta dissociata“, ideata dal Dottor William Hay nel 1911 e denominata anche come “dieta monopiatto”.

Il successo di questa dieta ha finito per definirla come una specie di macrocategoria che abbraccia molte altre diete caratterizzate da uno schema simile, come per esempio la dieta del riso e tonno.

I punti chiave della dieta monopiatto

La dieta dissociata è facile da seguire e si distingue per il suo approccio e la promessa di favorire la perdita di peso in modo efficace. I cinque punti chiave sono:

  1. Assumere proteine, amido e grassi in quantità limitata.
  2. Evitare i carboidrati con le proteine e i frutti acidi nello stesso pasto.
  3. Intervallare i pasti di tipo differente con pause di almeno 4 ore tra l’uno e l’altro.
  4. Mangiare la verdura, l’insalata e la frutta come cibi di base della tua dieta.
  5. Mangiare preferibilmente cibi integrali escludendo quelli raffinati (elimina zucchero e margarina).

I vantaggi della dieta dissociata

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È un regime alimentare che si basa sulla certezza che i succhi gastrici non sono tutti uguali e che ognuno di essi ha la funzione di agire su un determinato tipo di cibo.

Questo crea un conflitto con le tradizioni e le culture culinarie, che sono caratterizzate da una mescolanza del cibo, senza chiedersi se tali successioni siano salutari o meno. Accertato questo conflitto, la scienza dell’alimentazione ha come obbiettivo quello di consigliare certi accostamenti alimentari, per qualità e quantità nelle patologie e nei casi di eccesso di peso corporeo.

In questo frangente avviene però che, costantemente, intervengono dei ricercatori più o meno bravi che si impegnano ad adattare la scienza alimentare alle necessità essenziali degli esseri umani.

L’estate diventa la stagione in cui è necessario nutrirsi in modo più semplice, fresco e naturale rispetto al resto dell’anno. Durante i mesi caldi però, la voglia di concedersi piccoli vizi aumenta. La dieta dissociata e il monopiatto diventano così ideali anche per i periodi estivi, anche se sarebbe necessario idealizzarla per farne un aiuto per il nostro organismo, valido per tutto l’anno.

Avvicendamenti alimentari che creano problemi digestivi, noti e utilizzati dalla nostra “cultura mediterranea”:

  • Prosciutto e melone.
  • Pesce o carne e patate.
  • Caffè con latte, (l’orzo è molto meglio).
  • Pasta seguita da carni, formaggi, uova o pesce.
  • La frutta alla fine dei pasti.
  • Dessert dopo il pasto

Su cosa si basa la dieta dissociata?

Il principio sul quale si basa questo sistema alimentare è che nell’organismo si possono formare accumuli non bilanciati di residui della digestione e del metabolismo, che il corpo ha difficoltà ad espellere. Questi residui possono causare malattie. Hay, l’ ideatore, asseriva che ciò era dovuto a quattro cause principali:

  1. consumo eccessivo di carne;
  2. consumo eccessivo dei farinacei, carboidrati raffinati;
  3. scarsa consapevolezza della chimica della digestione;
  4. mescolanza dei macronutrienti (carboidrati e proteine, per esempio).

La dieta dissociata e la sua teoria

I carboidrati necessitano del PH alcalino se devono essere digeriti. Il processo ha inizio nella bocca per mezzo della ptialina, un enzima che ha lo scopo di rompere le catene degli amidi prima di raggiungere l’intestino, nel quale viene ulteriormente suddiviso e avviene il processo digestivo.

Le proteine necessitano del PH acido, per le quali lo stomaco secerne acido cloridrico e si attiva la pepsina allo scopo di scomporre e di digerire le proteine. Questa reazione succede in ambiente acido e viene disturbata dalla presenza dei carboidrati che si digeriscono in ambiente alcalino. Ne consegue che i cibi a base proteica non vengono digeriti completamente.

Inoltre le proteine diminuiscono l’alcalinità, disturbando l’assimilazione dei grassi nell’ intestino, insomma, se carboidrati e proteine vengono mischiati negli stessi pasti si viene a formare un ambiente eccessivamente acido per digerire gli amidi e non sufficientemente acido per la digestione dei cibi a base di proteine.

Perchè la dieta dissociata fa dimagrire?

Come è facile intuire arrivati a questopunto, tutto si basa sull’idea che la digestione di alimenti diversi richieda differenti condizioni acide o enzimi nel tratto digestivo. Mescolare troppi nutrienti diversi in un unico pasto potrebbe sovraccaricare il sistema digestivo, rallentando il metabolismo e ostacolando la perdita di peso. Separando i pasti per gruppi alimentari, si permette al corpo di concentrarsi su una digestione più efficiente e su un utilizzo ottimale dei nutrienti.

Cosa si mangia nella dieta dissociata: menu esempio

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Come si fa una dieta dissociata parte prima di tutto dalla conoscenza della suddivisione degli alimenti in gruppi principali:

  • Gruppo delle Proteine: carne, pesce, uova.
  • Gruppo dei Carboidrati: pane, pasta, riso.
  • Gruppo dei Grassi: oli, burro, formaggio.
  • Frutta e Verdura: consumate preferibilmente separate dai pasti principali.

Come tutte le diete, anche la dieta dissociata deve essere seguita con uno schema settimanale su misura. Per farti un’idea, ecco un esempio di giornata tipo:

  • Colazione: Frutta, frullato di frutta o yogurt magro.
  • Pranzo: Carboidrati come pasta o riso con pomodoro, melanzane, zucchine, funghi o verdure miste varie.
  • Cena: Proteine come pollo, tacchino, orata o polpo con verdure grigliate, salate o cruditè o insalata verde.

È importante evitare di mescolare i carboidrati con le proteine o i grassi nello stesso pasto secondo le regole della dieta dissociata.

Dieta dissociata: opinioni e dispute

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Ci sono varie teorie e dispute per quanto riguarda le diete dimagranti come la dieta dissociata e i loro benefici, ma una cosa è riconosciuta da tutti: c’è una qualità di succhi gastrici per digerire le carni, un’altra per i latticini, un’altra per la frutta, ecc. Motivo per il quale non tutti gli alimenti si accoppiano bene.

Per esempio, il latte e i suoi derivati richiedono il lavoro di succhi gastrici di tipo differente rispetto a quelli necessari per elaborare altri cibi. Pertanto è sempre necessario non mischiare latte e formaggi con altri alimenti, così da non peggiorare la qualità della propria digestione. È necessaria insomma affinità digestiva, che va sempre calcolata in fase di cucina.

Alcuni ricercatori hanno portato a compimento studi sulla dieta dissociata dimostrando che il cibo, appena ingerito, scatena una reazione che causa la formazione del succo gastrico giusto per quel determinato cibo.

La cosa certa è che ci sono 2 reazioni con cui lo stomaco affronta i cibi:

  • digestione che ha luogo attraverso gli acidi gastrici;
  • digestione senza acidi gastrici, utilizzando sostanze come gli enzimi (ptialina, pepsina, ecc.).

Quali alimenti non vanno associati per dimagrire? La digestione dei carboidrati ha luogo senza una reazione di tipo acido, mentre quella delle proteine necessita di un considerevole impiego di acidi gastrici. Per questo, se si assumono questi alimenti insieme come pasta e carni, gli enzimi impegnati a digerire i carboidrati, vengono disturbati dagli acidi per la digestione delle proteine. Si viene quindi a creare, secondo questa teoria, una difficoltà nella digestione con conseguente fermentazione e pesantezza allo stomaco.

Dieta dissociata: ci sono controindicazioni?

Nonostante la dieta dissociata possa sembrare promettente per molti aspetti, è importante consultare un professionista prima di iniziare a seguire questo regime alimentare. Ogni persona ha esigenze nutrizionali diverse e ciò che funziona per una potrebbe non funzionare per un’altra.

È fondamentale mantenere un bilancio nutrizionale adeguato e non trascurare l’importanza di una dieta variata ed equilibrata nel lungo termine. Il rischio è sottoporre il corpo a una carenza nutrizionale importante, aprendo la porta a malattie cardiovascolari, anemia e ritenzione idrica.

A breve termine, invece, questo schema alimentare può provocare stanchezza, irritabilità, emicrania e costipazione. Il motivo è nella carenza di alcuni macronutrienti.

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