Aragosta, molto di più di un semplice crostaceo

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Per qualcuno l’aragosta resta un alimento troppo costoso da concedersi a tavola che può essere sostituito con altri crostacei. Eppure le aragoste nascondono alcune proprietà uniche. Quali? Iniziamo col dire che ancor oggi l’aragosta (in …

Per qualcuno l’aragosta resta un alimento troppo costoso da concedersi a tavola che può essere sostituito con altri crostacei. Eppure le aragoste nascondono alcune proprietà uniche. Quali?

aragosta
Secondo di pesce- foto pixabay.com

Iniziamo col dire che ancor oggi l’aragosta (in inglese lobster) è uno dei crostacei più ricercati, l’ideale per dare la giusta importanza a un appuntamento romantico o un incontro di lavoro.

L’aragosta è protagonista di ricette che contemplano diversi tipi di cotture e abbinamenti originali (es. aragosta alla catalana, spaghetti all’aragosta e altro ancora), complice la carne bianca delicata e profumata.

Ma l’aragosta è molto di più di un crostaceo pregiato della famiglia Palinuridae che può arrivare a 50 cm di lunghezza e 8 Kg di peso. È un alimento con effetti positivi sulla salute.

Aragosta Vs astice

Non tutti conoscono la differenza tra aragosta e astice, creando una zona grigia che fa spazio a dubbi e incertezze anche in cucina. L’aragosta è di colore rosso? Ha le chele?

Uno dei falsi miti che resistono e vanno sfatati è quello che vede l’astice soltanto come il “maschio” dell’aragosta.

Certo i due crostacei sono decapodi, ma fanno parte di famiglie diverse e quindi presentano caratteristiche differenti.

Astice

L’astice è un Nephropidae che vive tra i 50 e i 150 metri di profondità nel Mare del Nord e di rado nel Mar Mediterraneo e presenta guscio di colore scuro e macchiato e zampe con chele per difendersi dai predatori.

Il tipo più conosciuto è quello americano in quanto si tratta di un astice venduto a un prezzo più accessibile e facilmente reperibile, anche se carente in termini di sapore.

Aragosta

L’aragosta fa parte della famiglia dei Palinuridae, vive nel mar Mediterraneo e nell’Atlantico e presenta guscio violaceo (l’aragosta non è rossa!), zampe con unghioni e due antenne lunghe.

In più, proprio come le lumache o i ragni, anche l’aragosta ha il sangue blu per via della emocianina che contiene rame.

È un crostaceo longevo che può raggiungere dimensioni considerevoli. Secondo il Guinnes dei Primati, infatti, l’esemplare di aragosta gigante ad aggiudicarsi il riconoscimento pesava oltre i 20 kg!

Aragosta: Proprietà e benefici

Le aragoste nascondono notevoli proprietà e benefici che, quasi sempre, vengono oscurati dalla delizia delle loro carni bianche.

  • Cuore – La percentuale elevata di acidi grassi Omega 3 riduce il livello di colesterolo, protegge il sistema cardiovascolare e ostacola l’insorgenza di malattie cardiache.
  • Diabete – Il potere antinfiammatorio degli Omega 3 riserva risvolti benefici sulla resistenza all’insulina nei soggetti diabetici.
  • Tiroide – Secondo alcuni studi la presenza di selenio aiuterebbe a migliorare la funzionalità tiroidea in caso patologie legate alla tiroide.
  • Anemia – Il crostaceo vanta una quantità elevata di rame che aiuterebbe ad assicurare la dose adeguata di globuli rossi nel sangue e a evitare problemi legati all’anemia.
  • Depressione lieve – Gli acidi Omega 3 sarebbero sufficienti per migliorare la condizione in caso di stati depressivi lievi e disturbi del comportamento.
  • Vitamina B12 – Questo crostaceo è ricco di vitamina B12 e sostiene l’organismo in moltissime funzioni importanti.

Aragosta: Controindicazioni

Il consumo di aragoste non ha particolari controindicazioni, fatta eccezione per situazioni conclamate di allergia ai crostacei.

Oltre a ciò non bisogna dimenticare che l’elevata percentuale di mercurio contenuta potrebbe essere pericolosa per l’organismo. Meglio limitarne l’assunzione a massimo 4 volte al mese.

Per il resto, però, possono essere consumate sperimentando ricette classiche e idee originali.

Cottura a vivo nell’acqua bollente

Esistono molti modi per cucinare l’aragosta e portarla in tavola, ma la questione “cottura” ha sollevato diversi dubbi.

In molti credono che la cottura a vivo in acqua bollente sia il metodo migliore per cuocerla e mantenere le sue proprietà inalterate, forti dell’idea che gli invertebrati non avvertano dolore.

Nel 2013, però, uno studio pubblicato sul Journal of Experimental Biology ha dimostrato che i movimenti delle aragoste in acqua bollente rappresentano la manifestazione consapevole del dolore che provano.

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