Il cibo non è soltanto cibo e il comfort food è la prova lampante di quanto il cibo influenzi la nostra vita. Scopriamone di più!
I nutrizionisti definiscono il comfort food (significato letterale “cibo del conforto”) come una categoria di cibi legati a sensazioni positive e al benessere psicologico provati quando si mangiano.
In pratica mangiare un cibo classificabile come comfort food mette il sorriso e il buon umore e cambia il senso della giornata.
Purtroppo, pur essendo cibi del sorriso, questi alimenti potrebbero creare un circolo vizioso che apre la porta a obesità, disturbi e malattie.
Comfort food VS mood food
Qual è la differenza tra comfort food e mood food? Entrambi sono cibi del sorriso, cioè che regalano buon umore, ma impattano in modo diverso sull’organismo.
Da un lato il mood food è un cibo alleato del buonumore e del benessere psicofisico mentre dall’altro lato il comfort food è un falso amico della linea e della salute.
Perché consumiamo comfort food?
Il comfort food in psicologia rappresenta il rifugio confortevole e immediato in cui nascondersi per sentirsi coccolati quando la giornata è andata male, si vive un periodo di stress o non ci si sente apprezzati.
Perché donando un così tale conforto? I cibi che tirano su il morale sono tutti i cibi che promuovono il rilascio di endorfine, serotonina e dopamina ma sono legati all’infanzia o a un momento felice della vita.
Non si mangia per soddisfare il senso di fame ma per tenere a bada le emozioni, ridurre la tensione e/o colmare il vuoto che si sente dentro. È una fame nervosa.
Dalle patatine fritte al gelato fino alla barretta di cioccolato, tuttavia, non esiste un comfort food uguale per tutti.
Il problema è che, quando il comfort food viene consumato in modo regolare e/o eccessivo, il corpo risente dell’assunzione di cibi ipercalorici, extra energetici e ricchi di sale, zucchero o grassi.
Quando il comfort food diventa disturbo?
Il comfort food produce una sensazione di piacere e benessere attraverso il quale ci si sente confortati e coccolati, placando un bisogno emotivo.
Questo meccanismo apre la porta al disturbo alimentare quando sussistono fragilità emotive, difficoltà relazionali e/o problemi lavorativi. Il cibo diventa un pensiero fisso e spesso si accompagna alla paura di prendere peso.
La differenza tra cibo del conforto e disordine alimentare è sostanziale, ma soltanto un’educazione al corretto rapporto con il cibo può aiutare a usare il comfort food in modo corretto e cioè per consolarsi occasionalmente e premiarsi quando si è felici.
Comfort food: ecco quali sono quelli da preferire
La categoria “comfort food” raccoglie diverse ricette e qualsiasi tipo di cibo, da quelli più tradizionali a quelli più strani fino al junk food.
Fortunatamente la maggior parte degli italiani ritiene comfort food tutti quei cibi sani e genuini che si mangiavano da bambini: uovo sbattuto; cioccolata con biscotti; pane burro e marmellata; sugo nel pane.
Per il resto, invece, andrebbero evitati tutti quei cibi che, pur essendo di conforto, porterebbero a sbilanciare troppo la dieta.